martedì, Marzo 28, 2023
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Zangrillo: il coronavirus non esiste più, ma continuano a terrorizzare il Paese


Da un punto di vista clinico il virus non esiste più





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“Il coronavirus dal punto di vista clinico non esisterebbe più“. Lo sostiene il professore Alberto Zangrillo, direttore di Terapia Intensiva al San Raffaele di Milano, in relazione all’evoluzione del coronavirus. “La tesi non è una teoria ma secondo il professore è stata espressa da più esperti, come il professor Clementi e il professor Silvestri grazie ai risultati dei tamponi eseguiti negli ultimi dieci giorni hanno risultati con una carica virale infinitesimale rispetto ai tamponi eseguiti sui pazienti un mese fa”, spiega.





Zangrillo: il coronavirus non esiste più, ma continuano a terrorizzare il Pese
Zangrillo: il coronavirus non esiste più, ma continuano a terrorizzare il Pese




Il professore afferma che :





“Mi viene veramente da ridere. Oggi è il 31 di maggio e circa un mese fa sentivamo gli epidemiologi dire di temere grandemente una nuova ondata per la fine del mese/inizio di giugno e chissà quanti posti di terapia intensiva ci sarebbero stati da occupare. In realtà il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più”





“Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l’hanno fatta, non si può continuare a portare l’attenzione in modo ridicolo come sta facendo la Grecia sulla base di un terreno di ridicolaggine, che è quello che abbiamo impostato a livello di comitato scientifico nazionale e non solo, dando la parola non ai clinici e non ai virologi veri. Il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Ci metto la firma”, ha quindi aggiunto.





“Da tre mesi numeri con evidenza zero, hanno terrorizzato il Paese”Il primario del San Raffaele ha poi lanciato un duro attacco: “Sono tre mesi che tutti ci sciorinano una serie di numeri che hanno evidenza zero, che hanno valore zero”. “C’è un solo numero che vale” ed “è l’evidenza: abbiamo sentito un mese fa un professore di Boston, che si chiama Vespignani, condizionare le scelte del governo dicendo che andavano costruiti 151mila posti di terapia intensiva”.





“Non va bene, è una frenesia, perché terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve assumere le responsabilità perché i nostri pronto soccorso e i nostri reparti di terapia intensiva sono vuoti e perché la Mers e la Sars, le due precedenti epidemie, sono scomparse per sempre e quindi è auspicabile che capiti anche per la terza epidemia da coronavirus”. Guardate il video della sua testimonianza







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