Vitalizi, dopo tre mesi anche il Senato li taglia

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Vitalizi, dopo tre mesi anche il Senato li taglia

Privilegio addio anche al Senato. Tre mesi dopo la Camera, anche Palazzo Madama ha approvato la delibera che taglia i vitalizi per gli ex parlamentari. Dopo le resistenze della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e i temporeggiamenti tra audizioni e richieste di pareri ulteriori per evitare i ricorsi, il consiglio di presidenza ha messo in votazione il documento con un testo identico a quello di Montecitorio: 10 i voti a favore e un astenuto, mentre i senatori di Pd, Leu e Forza Italia sono usciti al momento del voto.

Proprio in questi giorni il Fatto Quotidiano ha sollevato il caso del vitalizio della Casellati: la presidente ha vinto il ricorso per ottenere il privilegio relativo agli anni in cui era consigliera al Csm e secondo il senatore M5s Primo Di Nicola “non le spetta e deve rinunciare”. Intanto oggi si è arrivati al taglio per tutti gli ex parlamentari e i 5 stelle hanno festeggiato nel cortile del Senato con striscioni e palloncini: “Stiamo facendo risparmiare agli italiani 56 milioni di euro“, uno degli slogan pronunciati. Un funzionario ha poi chiesto al gruppo di allontanarsi.

“Detto, fatto”, ha esultato il vicepremier M5s Luigi Di Maio su Instagram. “Promessa mantenuta. Bye bye vitalizi anche per gli ex senatori. Questo privilegio non esisterà più per nessuno. Evviva”. E ha poi rilanciato: “Nella manovra di bilancio ci sarà una norma che impone alle Regioni di tagliare i vitalizi, così come accade per Camera e Senato”. E ha specificato che in assenza di questi tagli si bloccheranno i trasferimenti per pagarli. Anche i portavoce a Bruxelles hanno annunciato battaglia:

“Prossimo obiettivo #byebyevitalizi anche al Parlamento europeo“, hanno scritto su Twitter, “dove i privilegi e la casta resistono ancora. Antonio Tajani calendarizziamo subito nella Commissione competente la proposta già depositata del Movimento 5 Stelle?”. In serata è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte: “La riduzione di sprechi e costi della politica è anch’essa una misura di equità sociale, un segno di attenzione che la ‘buona’ politica deve offrire per poter parlare con credibilità ai cittadini”.

via www.ilfattoquotidiano.it

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