sabato, Giugno 3, 2023
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Venezuela: alle soglie del default: Maduro chiede aiuto alla Russia

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Venezuela: alle soglie del default: Maduro chiede aiuto alla Russia

Il Venezuela sta resistendo con tutte le forze al default. Il presidente Nicolas Maduro ha annunciato l’intenzione di stanziare $1,1 miliardi di rimborso delle obbligazioni dei prestiti esterni, e successivamente occuparsi della ristrutturazione del debito. La Russia ha offerto una dilazione per la ristrutturazione del debito di $2,84 miliardi.

Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro ha annunciato l’intenzione di condurre la ristrutturazione del debito crescente del paese. Con questo ha promesso di destinare a breve $1,1 miliardi per il rimborso delle obbligazioni.

“Ad iniziare da oggi, annuncio la politica di rifinanziamento e ristrutturazione del debito estero e di tutti i pagamenti del Venezuela” ha detto.

Nel suo discorso in TV giovedì Maduro ha annunciato che per questo fine nominerà una commissione presidenziale speciale con a capo il vice presidente Tareck El Aissami. Maduro ha ricordato che negli ultimi quattro anni il Venezuela ha ripagato 71,1 miliardi di dollari del suo debito, adesso Caracas intende ottenere da parte dei creditori una volontaria ristrutturazione del debito.

Venezuela: alle soglie del default: Maduro chiede aiuto alla Russia

Secondo i dati della Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi nel 2016 il debito estero totale del Venezuela ha raggiunto i 132,15 miliardi di dollari.

La situazione del debito crescente del Venezuela è peggiorata dalle sanzioni USA, le quali influenzano negativamente il sistema bancario e la possibilità di ristrutturare il debito.

“Il peggioramento della crisi politica in Venezuela è di per se un grosso ostacolo all’attività economica la quale, secondo i pronostici, si ridurrà di più del 10% nel 2017. Come conseguenza si riduce la produzione di petrolio e aumenta l’insicurezza” si sottolinea nell’ultimo rapporto del Fondo Monetario Internazionale.

Le dichiarazioni di Maduro lasciano perplessi gli investitori. “Non ha detto che non pagheranno, dunque non è default” osserva Alexandro Grisanti della compagnia di consulting Ecoanalitica di Caracas. Tuttavia secondo l’esperto attualmente non c’è la possibilità di ristrutturare o rifinanziare il debito.

La scelta di El Aissami come capo della nuova commissione per il debito non è del tutto chiara inoltre: quest’anno il vice presidente è stato inserito nella lista nera dei ministri delle finanze dagli USA a causa del presunto coinvolgimento nel traffico di droga.

Tuttavia Maduro sorprende i creditori già dall’inizio del 2014, dopo aver deciso di mantenere il pagamento del debito dopo il crollo dei prezzi del petrolio, deviando la valuta forte dall’importazione di cibo e medicina agli investitori di Wall Street.

Ora le obbligazioni del debito del Venezuela sono i titoli con i rendimenti più elevati, misurati dall’indice EMBI Global Diversified da JPMorgan. In media, gli investitori valutano al 31 punti percentuale in più rispetto alle obbligazioni del tesoro degli USA.

È quasi due volte lo spread delle obbligazioni del Mozambico il quale si trova in default, e supera più di sei volte i tassi di interesse sulle obbligazioni dell’Ucraina.

Il 2 novembre Maduro ha anche annunciato un ulteriore aumento dello stipendio di base del 30%.

Come osserva El Nacional, è già il quinto aumento dello stipendio minimo nel paese dall’inizio dell’anno sull sfondo dell’inflazione, della crisi politica e la carenza di beni. Allo stesso tempo, l’importo dei pagamenti mensili per l’acquisto degli alimenti è stato aumentato di quasi il 48% da 189 mila a 279 mila bolivar.

Pertanto, l’importo totale del salario minimo nel paese è ora pari a 456.500 bolivar.

I pagamenti delle pensioni sono stati anche aumentati del 30% fino a 230.800 bolivar.

Allo stesso tempo i redditi venezuelani in dollari sono diminuiti significativamente a causa della aumento del dollaro americano sul “mercato nero” delle valute. Al tasso stabilito dallo Stato, 100 bolivar valgono circa 10 dollari, ma sul mercato nero del cambio il tasso supera il livello di 40mila bolivar per dollaro.

L’aumento degli stipendi e delle pensioni non riesce  a stare dietro all’iperinflazione, ponendo buona parte della popolazione al limite della sopravvivenza.

Secondo le ultime previsioni del FMI, nel 2017, la crescita dei prezzi dei prodotti di consumo in Venezuela dovrebbe attestarsi intorno al 652,7% e nel 2018 il paese potrebbe vedere una iperinflazione fino al 2349,3%.

In questo contesto, le azioni del capo della Repubblica bolivariana non vengono approvate nel paese. Così, il presidente del parlamento Julio Borges ha affermato che Maduro non sarà in grado di ristrutturare il debito estero del paese.

“Maduro non sarà in grado di ristrutturare il debito, perché nessuno al mondo crede nel suo governo. Pertanto, dobbiamo urgentemente tenere delle elezioni libere in modo da poter ripristinare la fiducia nel mondo e superare la crisi” ha scritto Borges nel suo tweet.

Secondo il politico il presidente del Venezuela ha portato il paese ad una tale situazione con il suo “debito considerato” con gli altri paesi. Allo stesso tempo nel paese non ci sono abbastanza cibo e medicine.

In primavera, le organizzazioni umanitarie internazionali hanno avvertito che il paese era sull’orlo di una crisi umanitaria. Caracas ha risposto ripetutamente che tali affermazioni vengono fatte dagli oppositori politici del paese, che cercano di esagerare la grandezza del problema.

Tuttavia, la caduta del valore della moneta nazionale ha già costretto le autorità del paese a cambiare il valore nominale delle banconote più grandi. Quindi, a gennaio, le autorità hanno introdotto tre nuove banconote in valore nominale da 500 a 20 mila bolivar. A inizio di novembre, Maduro ha annunciato il rilascio di una nuova banconota da 100mila bolivar. In dollari al tasso del cambio corrente sul “mercato nero” il valore nominale di questa banconota è di 2,5 dollari.

L’iperinflazione spinge le autorità a trasferire la maggior parte delle transazioni di denaro in formato elettronico. Il leader della Repubblica Bolivariana ha già promesso che dal 2018 l’85% delle operazioni monetarie in Venezuela sarà condotto senza l’uso di moneta fisica.

Nel 2016, l’inflazione in Venezuela ha raggiunto il 254,4%, mentre il PIL del paese si è contratto del 16,5%. Nell’anno in corso, l’economia del paese potrebbe ridursi del 12%, nel 2018 del 6%.

La società petrolifera di proprietà statale PDVSA entro la fine dell’anno dovrà pagare circa 1,6 miliardi di dollari per la gestione del debito e il rimborso di pagamenti di interessi differiti, il suo pagamento del debito per le obbligazioni nel 2018 sarà di 9 miliardi di dollari, riporta CNBC.

Il 12 ottobre, PDVSA avrebbe dovuto pagare 81 milioni di dollari delle sue obbligazioni, ma ha usato un ritardo di 30 giorni. Gli investitori ritengono che l’incapacità della società di rimborsare questo debito nel tempo causerà il default.

La Russia ha già offerto aiuto al Venezuela. Il Ministro delle finanze Anton Siluanov ha recentemente affermato che Mosca è pronta a dare a Caracas una dilazione per la ristrutturazione del debito di 2,84 miliardi di dollari.

Secondo lui, nella prima fase verrà offerta una tariffa preferenziale con un piccolo rimborso, e la maggior parte del debito sarà trasferita alla seconda fase.

Il contratto per la ristrutturazione del debito del paese è previsto di essere firmato a novembre.

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