domenica, Marzo 26, 2023
Homericerca scientificaSindone, Uno studio rileva che le macchie di sangue sono False

Sindone, Uno studio rileva che le macchie di sangue sono False

Sindone, Uno studio rileva che le macchie di sangue sono False

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Un’indagine dell’Università di Liverpool e delCicap condotta con moderne tecniche forensi alla Csi mostra come almeno la metà delle macchie di sangue sulla Sindone siano probabilmente false: nessuna posizione del corpo le giustificherebbe

Sindone, le macchie di sangue sono irrealistiche

Un’indagine dell’Università di Liverpool e delCicap condotta con moderne tecniche forensi alla Csi mostra come almeno la metà delle macchie di sangue sulla Sindone siano probabilmente false: nessuna posizione del corpo le giustificherebbe

sindone
(foto: Jorge Guerrero/ Stringer/Getty Images)

Sindone: prova di morte e resurrezione di un uomo? I dubbi della comunità scientifica continuano ad accumularsi. Oggi a sostenere che il telo di Torino – che secondo la tradizione cristiana ha avvolto il corpo di Gesù Cristo dopo il martirio – sia un falso medievale a scopo artistico o didattico si aggiunge la ricerca di Matteo Borrini, dell’università di Liverpool, e Luigi Garlaschelli, del Comitato per il Controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze (Cicap). Con tecniche forensi alla Csi i due ricercatori hanno provato a replicare la formazione delle presunte macchie di sangue evidenti sul lino della Sindone, ma, concludono, molte di esse sono completamente irrealistiche. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Journal of Forensic Sciences.

Lo studio rappresenta il primo vero esperimento di analisi delle macchie di sangue sulla Sindone, con l’obiettivo non di trovarne una spiegazione ma di capire il comportamento del sangue che fuoriesce dalle ferite di un uomo crocifisso, come quello impresso sul telo di Torino.

“Non abbiamo analizzato la sostanza che ha formato le macchie, ma abbiamo voluto verificare come potrebbero essersi formate sulla figura della Sindone”, ha spiegato all’Ansa Borrini.

Per farlo i ricercatori hanno simulato in prima persona (con Garlaschelli come modello) la crocifissione: le varie ferite, le diverse possibili posizioni del corpo sia sulla croce sia nel sepolcro, con sangue vero e artificiale, fino a ricorrere a differenti tipologie di legno

di Mara Magistroni

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