Prodi provoca e tira le orecchie a Di Maio e Salvini

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A quattro mesi da un turno di elezioni europee dalla portata storica, nel bel mezzo della crisi dell’Unione per l’avanzata dei partiti euroscettici, torna sulla scena anche Romano Prodi. L’ex presidente della Commissione europea è a Bruxelles oggi per un bilaterale con l’attuale presidente di Palazzo Berlaymont Jean Claude Juncker e un pranzo con il collegio dei commissari.





Prodi arrivando non può non parlare del caso del giorno, Italia versus Francia. “Quando vedo questa roba non riesco a capacitarmi, anche se ci fossero dei problemi il modo di affrontarli non è la brutalità superficiale – ha detto il Professore – Ma siamo in un epoca in cui si pensa si possa agire con i sì e i no, con i referendum. Ma la democrazia è in crisi. Il motore franco tedesco serve, ma non sia esclusivo”.





Huffpost ha fatto una domanda a Prodi sul Manifesto Calenda per le europee. “Socialisti, liberali, Verdi e Macron con un candidato unico, questo è il mio sogno con un Ppe che probabilmente andrà a destra per arginare l’ emorragia di voti – ha riposto il Professore -. Ma è difficile cambiar la struttura dei partiti anche tra gli stessi antieuropei. Perciò sosteniamo la bandiera europea, esponiamola il 21 marzo, che non è solo il primo giorno di primavera, per dare visibilità a questo sentimento. Un’idea che ho lanciata come un privato cittadino e sta guadagnando terreno”.





“Mr. Prodi si sta battendo molto per gli investimenti in infrastrutture sociali nell’Unione europea”, dice il portavoce della Commissione Margaritis Schinas nel consueto briefing con la stampa prima dell’arrivo dell’ex premier italiano a Palazzo Berlaymont. L’impegno di Prodi in questo senso si basa su un report dell’anno scorso elaborato dalla Commissione europea, l’Associazione europea delle banche pubbliche (Eapb) e la Banca europea degli investimenti. L’obiettivo è usare tutte le risorse disponili per finanziare progetti che sostengano ‘piani casa’ e creare nuove piattaforme di investimento per il benessere dei cittadini.





Ma naturalmente la presenza di Prodi qui a Bruxelles, città che in vista delle elezioni di maggio è diventata la tappa imprescindibile per tutti i leader in cerca di alleanze e di scena mediatica per le europee, ha anche un valore politico. Per l’Unione la prossima tornata sarà decisiva come “quella del 1948” in Italia, cioè di portata molto storica, ha argomentato l’ex presidente della Commissione in una recente intervista alla Stampa. Anche senza candidarsi, Prodi c’è, in questa campagna elettorale che vede il centrosinistra intento a cercare di organizzarsi intorno all’appello europeista lanciato da Carlo Calenda per il Pd, sul quale l’altro ex premier Enrico Letta nutre delle perplessità.





Il Professore giunto a Bruxelles si è dilungato anche su altro. “Non sono pessimista, difficoltà tante ma bisogno di Ue c’è ancora – ha detto Prodi. Il dramma della Brexit fa capire quanto il legame europeo sia forte e indispensabile anche per Gran Bretagna. Ironia della sorte, pensavo sarebbe stata Londra contro disunited eu, invece è accaduto il contrario”. L’ex presidente della Commissione Ue ed ex premier non nasconde le difficoltà. “Non c’è possibilità di operare con paesi divisi nell’Europa oggi. Nella Seconda globalizzazione neanche la grande Germania è capace di affrontare il mondo da sola”.





L’analisi di Prodi è anche politologica sulla china presa dalle forze politiche nel contesto mondiale. “Il disordine mondiale ha messo in moto questo desiderio sfociato poi nei partiti sovranisti: in teoria popolari, ma organizzati in modo fortemente verticale”. Poi sulle migrazioni. “L’emergenza di oggi discende dai conflitti in Siria e Libia. Fino a quando ci sarà anarchia, impossibile soluzione definitiva”.





via huffingtonpost.it


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