POVERA ITALIA, IN CHE MANI SEI FINITA!

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Nello  scorso  notiziario  abbiamo  presentato  in  maniera  chiara  le  drammatiche  preoccupazioni  di  tutti  i climatologi del mondo, dall’IPCC al NOAA fino al Centro Meteo Europeo. 

Quel documento, che ci siamo premuniti di inviare anche ad alcuni nostri politici, avrebbe dovuto, come una “sirena d’allarme”, attivare i  nostri  governanti  per  cercare  di  riflettere  per  poi  agire  rapidamente.  Invece  niente!  Un  completo disinteresse, come  se tale preoccupazione scientifica fosse stata recepita come la solita fake news.

POVERA ITALIA, IN CHE MANI SEI FINITA!

Per questi “signori” i problemi sono ben altri, come ad esempio conquistare l’elettorato con  gli  slogan  di sempre e, soprattutto, conservare la poltrona in Parlamento. In tutto questo alla base c’è la dimostrazione di una profonda “ignoranza” verso il problema dei cambiamenti climatici e dei vari fenomeni connessi. 

Qualcuno  potrà  giudicare  eccessive  queste  mie  affermazioni,  ma  da  alcuni  esempi  personali  che  ora  riporto,  forse ci si potrà ricredere. Veniamo ai fatti: Frequentando per caso uno dei “salotti per bene” della Capitale,  qualche  mese  fa  mi  incontrai  con personalità  del  mondo  politico:  2  senatori,  1  deputato  e  tre  cosiddetti  “uomini d’affari”. In quella occasionale riunione, la padrona di casa mi presentò come uno studioso del clima ed esperto ambientalista. Inevitabili pertanto le domande sul quanto stava accadendo al clima terrestre. 

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Un senatore, che voleva dimostrare d’essere un esperto nel settore, alla mia preoccupazione di trovarci in una fase che,  per colpa delle attività umane, vede il pianeta riscaldarsi rapidamente,  intervenne con tono “saccente” affermando che la storia della Terra è stata sempre caratterizzata da momenti di gelo e di riscaldamento, quindi quello che sta accadendo rientra nella “storia del  pianeta”.

 Al saccente senatore  risposi  subito  che  è  vero  che  la  Terra  ha  conosciuto  ere  glaciali  ed  ere  interglaciali,  ma  tutto questo è accaduto lentamente in migliaia di anni, noi invece stiamo vivendo questi cambiamenti climatici non in millenni o in secoli ma in pochi decenni.

Sempre in quella riunione “salottiera” un altro saccente, nel tentativo di farmi capire che il problema dei cambiamenti climatici li conosceva molto bene, circa l’aumento del livello del mare, affermò che questo fenomeno era dovuto alla fusione dei ghiacci… mi permisi di aggiungerei:  non solo.– Che vuol dire “non solo?”- mi interrogò un po’ piccato il neo “esperto di climatologia”. 


Con tranquillità estrema risposi che per un principio fisico conosciuto come “espansione termica” il riscaldamento delle acque marine  concorreva, anche se al momento in minima parte,  all’aumento dei suoi livelli. In un altro incontro con “uomini politici”, sempre parlando dell’accelerazione dei cambiamenti climatici, accennai ad uno dei tanti aspetti che concorrono a riscaldare la biosfera terrestre, tra questi la diminuzione dell’effetto albedo. 

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 Che vuol dire, effetto albedo? – Mi fu chiesto da uno dei presenti, con la  curiosità  evidente  anche  degli  altri.  Sempre  in  quella  riunione  parlando  del  problema  causato  dalla mancanza di piogge e della relativa siccità, accennai al fenomeno del cuneo salino. Anche in quel caso fui costretto a spiegare cosa fosse il cuneo salino. Sull’aspetto energetico sono molti i nostri politici che dicono: “nucleare, subito!”

 A questi signori ho già ricordato  che il problema energetico non ci coinvolgerà tra dieci o vent’anni, ma subito ad iniziare dal prossimo inverno.

 A questi pro “nucleare subito” ho anche spiegato quanto segue: Dalla  progettazione,  alle  autorizzazioni,  dai  vincoli  del  VIA,  alla  costruzione,  dalla  messa  in  opera  e  dal rodaggio  dei reattori, fino alla messa in rete dell’energia elettrica, è cosa risaputa che minimo, se tutto va per il verso giusto, servono 10/12 anni, ma più corretto dire 14/16 anni.

 E nel frattempo che si fa? Gli esempi che riporto lo dimostrano: I tempi dalla pianificazione all’operazione (PTO) di tutte le centrali nucleari mai costruite sono stati di 10/19  anni  o  più. 

Ad  esempio,  il  reattore  di  Olkiluoto  3  in  Finlandia  è  stato  proposto  al  governo finlandese nel dicembre 2000 per essere aggiunto a una centrale nucleare esistente. La sua ultima data di completamento  stimata  era  il  2020,  ma  ora  si  parla  del  2023,  con  un  tempo  per  arrivare  alla  massima produzione di 20 anni. L’impianto nucleare di Hinkley Point doveva iniziare nel 2008. 

Ma verrà completato dal 2025 al 2027, con un tempo arrivare alla massima produzione compreso tra 17 e 19 anni.

 I reattori Vogtle 3 e 4 in Georgia sono stati proposti per la prima volta nell’agosto 2006 per essere aggiunti a un sito esistente. Le date di completamento erano previste a novembre 2021 o a novembre 2022, dati i tempi PTO rispettivamente di 15 e 16 anni. 

Questa è la realtà sul “nucleare subito” che ancora una volta dimostra la superficialità dei nostri politici pronti  però  a  lanciare  soluzioni  che  non  hanno  punti  di  realtà,  e  questo  perché  non  affrontano  né studiano  seriamente  i  problemi  ambientali,  climatici  ed  energetici.  Ma  a  questo  punto  viene  spontaneo chiedersi: “Ci sono alternative al nucleare?” Certo che ci sono, una parte della risposta si può trovare nel prossimo servizio. 

Di casi come questi esposti ce ne sono molti altri e molti mi riguardano personalmente, ne potrei citare diversi  ancora,  ma  preferisco  concludere  con  un  episodio  recente,  relativo  ad  un  incontro  con  un parlamentare che conosco da anni. L’amico senatore  accogliendomi  nel  suo  studio  mi  chiese  subito  se anch’io appartenevo  alla  schiera  dei  “gretini”  –  

  Gretino  è  un  neologismo  che  alcuni  nostri  politici  e “uomini di cultura” hanno coniato  in maniera un po’ dispregiativa  per  dire  che  si  è  amici  di  Greta Thunberg. 

Tutto  questo  per  dimostrare  che  gran  parte  dei  nostri  amministratori  e  politici  la  questione  non  tanto ambientale  in  genere,  quanto  climatica  non  è  stata  ancora  presa  nella  sua  giusta  dimensione.  La superficialità  di  questi  signori  a  cui  è  affidato  il  nostro  futuro  è  impressionante,  per  cui  la  salvaguardia dell’ambiente e la necessità urgente di mitigare il clima sono subordinate  ad  altri  interessi  “di palazzo” che  a  volte  vanno oltre le reali esigenze del Paese. 

E’ di questi giorni la dimostrazione che parlare di ambiente  per  molti  politici  ha  un  senso  secondo  le  convenienze  del  momento,  un  esempio  di  slogan senza senso è di questi giorni in cui un noto politico, a suo tempo anche capo di governo, ha presentato  il programma  del  suo  partito  per  il  “rilancio”  dell’Italia che,  oltre  agli  aspetti  finanziari  ed  economici  per aiutare la gente, prevede la messa a  dimora di un milione di alberi. 

Purtroppo questo noto personaggio politico  non si era neppure premunito d’informarsi prima di “sparare” questa proposta ecologica,  se lo avesse  fatto  avrebbe  scoperto  che  in  uno  dei  progetti  previsti  nel  PNRR  c’è la  messa  a  dimora  in  Italia non di un milione, ma di oltre 6 milioni di alberi… Cos’altro dire? 

PROPOSTE COSTRUITE DA REALI ESPERIENZE EFFETTUATE CON SUCCESSO

 Il comitato scientifico nato all’interno di Ecoitaliasolidale  ha  predisposto  un  programma  non  basato  su idee e ipotesi,  ma sperimentato direttamente sul campo e,  quindi,  capace di essere applicato subito sia come risposta alla crescente crisi ambientale, che a quella climatica ed energetica. 

Questi i punti di forza del nostro programma: ACLA = Assistente Climatico Ambientale ( già geniere della protezione ambientale e climatica). 

Con il Dipartimento di Chimica dell’Università La Sapienza, lo scorso anno è nata la prima professione a livello europeo per operatori nelle amministrazioni pubbliche, in particolare nei comuni, adatti a gestire le varie problematiche legate ai cambiamenti climatici. Sono stati diplomati i primi 43 ACLA. 

E’ previsto, in  un  eventuale accordo con l’ANCI, di formarne almeno altri 20mila in tutt’Italia. 130mila per l’Europa. Oltre alla Sapienza sono 3 le Università in Italia disposte a partecipare a questa operazione

COGENERATORE Prima come Accademia Kronos ed ora come  Ecoitaliasolidale, il Comitato Scientifico  ha partecipato alla nascita  dei  famosi  dissociatori  molecolari,  poi  migliorati  nei  sublimatori  molecolari  ed  ora  perfezionati nei Cogeneratori EIS. 

Si tratta di un sistema che, utilizzando i rifiuti come combustibile e riscaldandoli a non oltre 500 gradi in assenza di ossigeno, produce energia elettrica senza fumi e particolato.

 Infatti, come da foto, l’impianto non  ha  ciminiere,  ma  solo  grandi  tubi  di  scappamento  catalitici,  come  quelli  delle  automobili.    Da  non confondere  minimamente  con  i  termovalorizzatori.  In  questo  modo  oltre  a  risolvere  il  problema  dello smaltimento dei rifiuti si produce energia calorica ed elettrica da mettere in rete. Esistono  nel mondo già impianti del genere ed ora stanno sorgendo anche in Italia.

 IDROGENO

 Il  comitato  scientifico  di  Ecoitaliasolidale  ha  predisposto  un  progetto  a  livello  nazionale  per  lanciare l’operazione idrogeno che prevede per l’anno prossimo un convegno a Roma e la collaborazione con alcune case automobiliste straniere, già contattate, che producono da un paio di anni vetture con motore ad idrogeno.

EDUCAZIONE NELLE SCUOLE 

Già  depositato  al  MIUR  e  con  la  presentazione  di  un  noto  scienziato  italiano,  il  comitato  scientifico  di Ecoitaliasolidale ha predisposto un kit per tutti i docenti scolastici di ogni ordine e grado, che comprende: un  testo  che  approfondisce  la  questione  dei  cambiamenti  climatici,  un  lettore  di  CO2  e  una  chiave  USB contenente materiale audiovisivo di supporto alle lezioni dei docenti.  Materiale questo che nel prossimo anno scolastico potrebbe essere distribuito a tutte le scuole nazionali

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