Come riporta il fattoqotidiano Gregorio De Falco è fuori dal Movimento 5 stelle. E con lui altri tre eletti M5s: il senatore Saverio De Bonis e gli eurodeputati Giulia Moi e Marco Valli. Il collegio dei probiviri ha deciso di procedere con quattro espulsioni e un richiamo a carico del senatore Lello Ciampolillo.
Sono ancora pendenti i procedimenti disciplinari nei confronti delle senatrici Elena Fattori e Paola Nugnes. Archiviate invece le posizioni dei colleghi Matteo Mantero e Virginia La Mura. La decisione è stata pubblicata sul Blog delle Stelle nel primo pomeriggio del 31 dicembre: il procedimento era stato aperto per tutti e quattro nei mesi scorsi per motivi diversi e da tempo si aspettava il verdetto. L’espulsione destinata a far più discutere è quella del senatore e noto comandante della Guardia costiera De Falco, sotto accusa per aver deciso di astenersi in occasione del voto di fiducia per il decreto Sicurezza, il decreto Genova e la legge di Bilancio: “E’ una decisione abnorme e incostituzionale”, è stato il suo primo commento. Il leader M5s Luigi Di Maio però è subito intervenuto in difesa dei probiviri e ha ribadito il suo appoggio totale per la scelta: “Provvedimenti duri e giusti”, ha scritto su Facebook. “Nessuno è indispensabile”.
Meno controverse le posizioni degli altri espulsi: De Bonis ha infatti nascosto una condanna della Corte dei conti e due sentenze andate in prescrizione per truffa e falso ideologico; Moi si era già autosospesa ed era stata sanzionata dal Parlamento Ue per “molestie psicologiche a una collaboratrice”; Valli era stato costretto alle scuse per aver finto di aver preso una laurea in Economia all’università Bocconi.
“Le decisioni sono state adottate per tutelare la comunità del Movimento”, si legge sul blog. “Le motivazioni dei singoli provvedimenti disciplinari sono state inviate ai diretti interessati”.
Ma non tutti sono d’accordo e l’addio di un nome simbolo come quello di De Falco è destinato a far discutere anche dentro il Movimento. Il primo a polemizzare è stato il deputato grillino Luigi Gallo: “I principi del M5s, il programma votato punto per punto da tutti gli iscritti alla piattaforma Rousseau e il contratto di governo sono i fari dei portavoce. E’ assurda l’espulsione, i richiami e le procedure presso i probiviri di parlamentari che hanno seguito questi fari nella loro azione. Chi è stato espulso e segnalato ha cercato di migliorare le leggi dal parlamento per il bene dei cittadini con azioni politiche forti ma nel rispetto dei principi del M5s e del governo”. E ha concluso: “Chi è stato espulso e segnalato ha cercato di migliorare le leggi dal parlamento per il bene dei cittadini con azioni politiche forti ma nel rispetto dei principi del M5s e del governo”.
Di Maio: “Chi non rispetta il contratto è fuori, anche a costo di andarcene tutti a casa”
Le espulsioni sono state decise, come da regolamento, dal collegio dei probiviri. Ma erano tutte a loro modo attese, tanto che lo stesso Luigi Di Maio è intervenuto per dare la sua benedizione all’espulsione dei quattro eletti. “Tutti sono importanti, nessuno è indispensabile”, ha commentato su Facebook. “Sono provvedimenti duri e giusti. E se ci sono altri senatori o deputati che non intendono più sostenere il contratto di governo, per quanto mi riguarda sono fuori dal Movimento, anche a costo di andarcene tutti a casa.
Il rispetto degli elettori viene prima di tutto”. Non a caso Di Maio ha parlato del “rischio di andarsene a casa”. Con questa espulsione vengono infatti a mancare due voti al Senato, dove i numeri per i 5 stelle sono più complicati che a Montecitorio. Allo stato, infatti, al Senato l’alleanza M5s-Lega potrebbe avere solo un margine di 3-4 voti , spiegano le opposizioni. “Quando i candidati del Movimento 5 stelle”, ha continuato Di Maio, “entrano nelle liste accettano alcune regole, poche e chiare, che sono vincolanti per la loro candidatura.
Tutti gli eletti del Movimento in Parlamento hanno quindi firmato e accettato anche la regola presente nel Codice Etico, per cui i nostri parlamentari sono tenuti sempre a votare la fiducia ad un governo in cui il Movimento è parte della maggioranza. Nel Codice c’è infatti scritto che i portavoce eletti si impegnano ‘a votare la fiducia, ogni qualvolta ciò si renda necessario, ai governi presieduti da un presidente del consiglio dei ministri espressione del Movimento 5 stelle‘.
Qualcuno dopo aver ottenuto l’elezione, ha cominciato a rinnegare regole e programmi. Qualcuno crede che per il solo fatto di essere senatore allora sia indispensabile per il governo e per questo possa trasgredire le regole che ha firmato. Non è così. Noi siamo gente seria che rispetta gli impegni presi con i cittadini”.