L’Italia ha perso 200mila negozi in 10 anni, – 21,5 miliardi di spese delle famiglie

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Secondo lo studio della Cgia di Mestre, l’Italia ha perso 200mila negozi in 10 anni, mentre le spese delle famiglie sono calate di 23.5 miliardi di euro dal 2007 a oggi.





Lo studio della Cgia di Mestre, pubblicato oggi 9 novembre, ci presenta uno scenario drammatico sul settore terziario italiano. Dal 2009 al 2019, il tessuto economico italiano ha perso 200mila negozi, in particolare attività commerciali di prossimità.





A chiudere in particolare le botteghe artigiane (-178.500), mentre il numero dei piccoli negozi è sceso di 29.500 unità (-3,8%).





Per quanto riguarda i consumi delle famiglie italiane, essi sono calate di 21,5 miliardi di euro dal 2007 (anno precedente la crisi) a oggi. Tuttavia, “nonostante la contrazione, questa voce continua comunque a essere la componente più importante del Pil nazionale (pari al 60,3% del totale)”.





Le regioni più colpite dalle chiusure





Se guardiamo alle aziende artigiane, la Sardegna è la regione più colpita con un calo del -19,1% in 10 anni, seguita dall’Abruzzo con il -18,3% e l’Umbria con il -16,6%.





Per quanto riguarda, invece, le attività nel piccolo commercio, la Valle d’Aosta è la più colpita con il -18,8%, il Piemonte con il -14,2% e il Friuli Venezia Giulia con il -11,6%.





In contro tendenza alcune regioni del centro sud Italia:





  • Lazio: +3,3%;
  • Campania: +4,6%;
  • Calabria: +3%.




Al Sud la riduzione nei consumi più importante





La maggiore riduzione nei consumi è avvenuta al Sud, dove le famiglie hanno tagliato in media 131 euro di spese, ovvero 1.572 euro all’anno secondo lo studio della Cgia di Mestre.





Al Nord le famiglie hanno tagliato 78 euro (936 euro all’anno) e al Centro 31 euro (372 euro all’anno).


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