Libia, il complotto della Francia. Parla il presidente del Cesi: “Così Macron sta fregando l’Italia”
C’è la Francia dietro il caos della Libia, ancora una volta. A sostenerlo, in un’intervista al Fatto quotidiano, è Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali (Cesi), secondo cui sostenendo l’avanzata su Tripoli delle milizie ribelli vicine al generale Khalifa Haftar il presidente francese Emmanuel Macron persegue il proprio interesse personale, cioè mettere le mani sul petrolio libico.
Anche a costo di andare contro, come in questo caso, a quelli della coalizione di cui fa parte. “Un atteggiamento più spregiudicato che l’Italia – sottolinea Margelletti -, invece, non ha mai avuto”. E come nel 2011 con la caduta di Muhammar Gheddafi, a farne le spese potrebbe essere ancora una volta il nostro Paese.
“Internamente – continua l’analista del Cesi – la situazione è fluida e soggetta a repentini cambiamenti, lo scenario esterno è caratterizzato da una lotta tra diversi Paesi che cercano di portare la situazione libica dalla propria parte, per favorire i propri interessi nazionali.
Fino a quando questa lotta tra Stati rimarrà equilibrata, difficilmente assisteremo a un processo di stabilizzazione della Libia”. La Francia sostiene apertamente Haftar, l’Italia e altri paesi europei il presidente Sarraj, riconosciuto dalle Nazioni Unite.
In ballo ci sono le risorse (il petrolio, le terre rare) ma ance il controllo del traffico di clandestini:
“Dobbiamo adottare la strategia del dialogo con la Francia e raggiungere una posizione comune – spiega Margelletti -. Quando gli interessi collimano, gli screzi delle settimane precedenti si annullano molto velocemente”.
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