Inceneritori, Conte blocca l’assalto di Salvini. Pensasse al contratto di governo
La spazzatura è il nuovo argomento per il governo. Fronte esterno, con le Terre dei Fuochi del Nord e del Sud, ma soprattutto fronte interno con la sfida tra i due leader-vicepremier che viaggiano su binari paralleli e poco conciliabili.
Ci metteremo d’accordo, dicono entrambi, ma entrambi restano sulla propria linea. Ancora una volta il ruolo di mediatore-arbitro è del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che da Caserta – dove oggi è impegnato mezzo governo – fa mandare una nota condivisa: “Il governo – si legge – lavora a una soluzione condivisa e senza polemiche.
L’obiettivo è sempre la tutela della salute e del territorio. Il contratto di governo sul tema generale dei rifiuti esprime un chiaro indirizzo politico-amministrativo: dobbiamo lavorare per realizzare quanto prima una completa economia circolare e rendere ‘verde’ il nostro sistema economico”. L’esecutivo, prosegue il comunicato, si impegna a “lavorare a difendere la cultura del ‘riciclo’ e rendere i rifiuti ‘prodotti’, puntando alla capillare diffusione della raccolta differenziata.
Il governo si impegna al contempo a gestire le criticità che nel periodo di transizione dovessero manifestarsi, affidando al ministro dell’Ambiente le proposte e la prevenzione di queste criticità per una soluzione innovativa, concreta, realizzabile”. Insomma, amore e accordo e carta bianca al ministroSergio Costa. Conte, come al solito, nega che ci siano conflitti. “Non c’è nessuna polemica, c’è qualche diversità di vedute ma l’indirizzo politico del governo è chiaro” e “la guida è il contratto“. La risposta centrale, sotto il profilo politico, all’atteggiamento oscillante di Salvini rispetto al programma firmato dai due partiti di governo.
All’ultima parte dell’affermazione di Salvini, replica il presidente della Camera, Roberto Fico: “Gli inceneritori che portano saluteed economia, per favore stop alle barzellette!”, scrive su twitter la terza carica dello Stato. Di Maio, invece, prova a spazzare via le voci di possibili crisi, voci che peraltro nascono dai ripetuti scossoni che nelle ultime settimane sono stati provocati prima dalle divisioni sul condono fiscale e poi – soprattutto – sulla giustizia, ossia sulla prescrizione. “Abbiamo fatto un contratto di governo oltre 6 mesi fa – ha ricordato – e quando ci vediamo e ci mettiamo al tavolo alla fine si va sempre avanti”. Di Maio ha ricordato che “per fare un inceneritore non ci vuole un giorno ma anni e anni. Negli anni facciamo la differenziata e guardiamo al futuro invece di guardare al passato, dobbiamo investire sulla differenziata perché si creano più posti di lavoro. Siamo al 50 per cento e in pochi anni possiamo arrivare a percentuali in media Ue”. Certo, il problema è ora, oggi. E per Di Maio il protocollo che verrà firmato per la Terra dei Fuochi sarà “il primo atto per cominciare a spegnere i fuochi”, “il primo atto di una battaglia senza quartiere da vincere”.Quanto al contratto, a precisare cosa dice è Gianni Girotto, presidente della commissione Industria del Senato: “Parla – scrive Girotto sul Blog delle Stelle – di ‘Modello Treviso’ che ora guida il Veneto più virtuoso, non di ‘modello Brescia’ (i 13 inceneritori lombardi con il più grande forno d’Europa quello di A2A) che frena anche le tantissime eccellenze lombarde. Parla di chiudere inceneritori e discariche. Non di realizzarne”.