Berlusconi sapeva dei rapporti tra Dell’Utri e la mafia

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Berlusconi sapeva dei rapporti tra Dell’Utri e la mafia

Paolo Borsellino è morto per la Trattativa  tra Stato e Cosa nostra, quel dialogo aperto da uomini delle Istituzioni con Totò Riina accelerò il piano della sua eliminazione: e Borsellino – contrario alla Trattativa – venne ammazzato il 19 luglio del 1992. L’anno dopo, invece, a rafforzare il proposito della piovra, è Marcello Dell’Utri, intermediario diSilvio Berlusconi che era appena sceso in politica. E l’ex presidente del consiglio sapeva dei rapporti tenuti dal suo braccio destro con Cosa nostra.

Lo sostengono i giudici della corte d’Assise di Palermo nelle motivazioni della sentenza sulla Trattativatra pezzi delle istituzioni e la mafia, depositate nel giorno del ventiseiesimo anniversario della strage di via d’Amelio. Un provvedimento lungo 5252 pagine in cui si ripercorre la fine della Prima Repubblica, riscrive la nascita della Seconda ed è arrivato a sentenza proprio subito dopo le elezioni che – secondo alcuni osservatori – hanno visto nascere la Terza.

Berlusconi ,Dell’Utri e la mafia

I giudici scrivono anche che con l’apertura alle esigenze dell’associazione mafiosa Cosa nostra, manifestata da Dell’Utri nella sua funziona di intermediario dell’imprenditore Silvio Berlusconi nel frattempo sceso in campo in vista delle politiche del 1994, si rafforza il proposito criminoso dei vertici mafiosi di proseguire con la strategia ricattatoria iniziata da Riina nel 1992″. Secondo la corte, dunque, il fatto che Dell’Utri fosse intermediario tra le cosche e l’imprenditore appena scesa in politico pose “le premesse della rinnovazione della minaccia al governo quando, dopo il maggio del 1994, questo sarebbe stato appunto presieduto dallo stesso Berlusconi”. Confermata quindi la tesi della pubblica accusa che considera Dell’Utri come “cinghia di trasmissione” della minaccia di Cosa nostra all’ex premier.

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