Anticorruzione, la Lega salva i suoi imputati e condannati: il governo battuto con il voto segreto
Anticorruzione, la Lega salva i suoi imputati e condannati: il governo battuto con il voto segreto
“Onestà, onestà“. Un grido che per una volta non arriva dai banchi del Movimento 5 stelle, ma da quelli di Forza Italia. Una provocazione quella dei berlusconiani visto che per la seconda volta in sette giorni il governo è stato battuto in Parlamento. E questa volta non è successo in commissione al Senato, su un emendamento al dl Genova, ma nell’aula della Camera che stava esaminando quello che è un provvedimento bandiera del M5s: il ddl Anticorruzione.
E la maggioranza è stata battuta con il voto segreto. Una beffa doppia per il movimento di Luigi Di Maio: intanto perché l’emendamento in questione è firmato da Catello Vitiello, ex M5S eletto quand’era già stato espulso per la sua appartenenza alla massoneria e ora nel gruppo misto. Ma soprattutto perché quella modifica introduce un colpo di spugnaper chi è accusato di peculato: in pratica la stessa norma presentata dalla Lega in commissione e poi ritirata tra le polemiche. Ora è ricomparsa in Aula dove è stata approvata con 284 voti a favore e 239 contrari. Tra i banchi si è scatenato il caso e la seduta è sospesa: l’esame del provvedimento è stato rinviato a domani alle 11.
D’Uva (M5s): “Gravissimo”. Salvini: “Voto sbagliato” – Nel frattempo si sono scatenate le reazioni politiche. “Quello che è accaduto oggi in Aula è un fatto gravissimo. Così non si va avanti”, dice il capogruppo del M5s, Francesco D’Uva.
“Noi – aggiunge – non salviamo i furbetti dalla galera. Chi ha votato Sì a un emendamento che va a favore dei delinquenti si sta assumendo una responsabilità enorme agli occhi dei cittadini”. Alla maggioranza mancano 106 voti: la Lega ha 121 deputati, 9 erano assenti, altri 9 del M5s non c’erano. Già quando c’erano da votare gli emendamenti precedenti – con il governo che si era salvato con 15 preferenze di scarto – si notavano vistosi buchi sui banchi del Carroccio.
“Che dire: si è mandato un segnale al Movimento 5 stelle”, dice un deputato della Lega alle agenzie. “Non è vero. Sono i fichiani che hanno votato a favore per mandare un segnale. Cercano una scusa per non votare il decreto sicurezza”, lo corregge Igor Iezzi, capogruppo della Lega in commissione Affari Costituzionali, autore di una serie di emendamenti quasi provocatori al ddl Anticorruzione e fidatissimo di Matteo Salvini. E infatti dopo poco arriva il commento del leader: “Voto in aula assolutamente sbagliato.
La posizione della Lega la stabilisce il segretario. Il provvedimento arriverà alla fine come concordato dalla maggioranza“, dice il ministro dell’Interno. Che poi, dopo un vertice con Di Maio e Conte al termine del Consiglio dei ministri, aggiunge: “Un incidente di percorso che avrà come conseguenza quella di approvare il dl sicurezza ancora più in fretta”. Il leader del Carroccio, inoltre, non ha escluso che il governo ricorra al voto di fiducia. Resta un fatto, almeno a interpretare le parole del titolare del Viminale: il numero uno del Carroccio non era informato del voto dei suoi stessi deputati. Che però smentiscono di aver votato contro la maggioranza. “Non siamo stati noi”, dice il capogruppo della Lega a Montecitorio Riccardo Molinari.
Si tratta dello stesso Molinari che ha addirittura una condanna in appello a undici mesi per peculato. In tarda serata poi è arrivata la scontata precisazione dei grillini: “Nessuno del Movimento ha votato a favore dell’emendamento. Questo è sicuro” hanno sottolineato fonti parlamentari M5S alle agenzie di stampa. Il vicepremier Luigi Di Maio, poi, ha convocato alle 9 un’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari, che servirà anche a fare il punto sul dl sicurezza e sull’anticorruzione.
La situazione, almeno a sentire alcune fonti parlamentari che hanno parlato con l’agenzia Ansa, non sarebbe fluida come quella descritta da Salvini: gli esponenti grillini hanno sottolineato che si torna tutti a casa se il ddl anticorruzione non torna così com’era prima dell’approvazione dell’emendamento. Secondo le stesse fonti, alcuni esponenti del M5S sospettano che il “blitz” sull’emendamento di Catello Vitiello sia opera del capogruppo Riccardo Molinari, perché toccato dal ddl anticorruzione. Per gli stessi esponenti quanto accaduto darebbe prova che il leader della Lega Matteo Salvini non controlla i suoi.
via il fattoquotidiano