Zuckerberg chiude il programma di fact-checking su Facebook: «Torniamo alle radici della libertà di espressione»

 

Zuckerberg chiude il programma di fact-checking su Facebook: «Torniamo alle radici della libertà di espressione»

Mark Zuckerberg ha recentemente annunciato una serie di cambiamenti significativi nelle piattaforme di Meta, tra cui la chiusura del programma di fact-checking. Il fondatore di Facebook ha spiegato che questa decisione rappresenta un ritorno alle fondamenta della libertà di espressione, una mossa che ha attirato l'attenzione di figure come Donald Trump ed Elon Musk. Entrambi hanno espresso apprezzamento per il nuovo corso intrapreso.

Zuckerberg chiude il programma di fact-checking su Facebook

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Fine dei fact-checkers indipendenti

In un post sul blog ufficiale di Meta, Zuckerberg ha sottolineato che il programma di fact-checking non ha raggiunto gli obiettivi prefissati. Nato con l'intento di fornire informazioni accurate per contrastare la disinformazione, il progetto ha incontrato difficoltà, soprattutto negli Stati Uniti, a causa di pregiudizi e opinioni personali degli stessi fact-checkers. «È tempo di affidarsi alle note della community», ha dichiarato Zuckerberg, indicando che il sistema Community Notes, già utilizzato con successo su X (ex Twitter), sarà adottato anche sulle piattaforme di Meta.

La transizione inizierà negli Stati Uniti nei prossimi due mesi e Meta dovrà adeguarsi alle normative locali, come il Digital Services Act in Europa. Con Community Notes, gli utenti avranno un ruolo attivo nel segnalare e contestualizzare contenuti potenzialmente fuorvianti, creando un approccio più democratico alla moderazione.

Nuove politiche sui contenuti

Meta semplificherà inoltre le proprie politiche sui contenuti, rimuovendo restrizioni su temi controversi come immigrazione e identità di genere. L'obiettivo è ridurre errori di censura e concentrare gli sforzi su contenuti illegali e violazioni gravi. Zuckerberg ha sottolineato che la piattaforma tornerà a promuovere contenuti civici, rispondendo alle richieste degli utenti di discutere temi rilevanti come politica e diritti sociali in un contesto positivo.

Collaborazione con Trump e Musk

La decisione di chiudere il programma di fact-checking segna anche un avvicinamento politico e ideologico a Donald Trump. Zuckerberg ha annunciato il trasferimento del team dedicato alla moderazione dalla California al Texas, per ridurre il rischio di interferenze da parte di dipendenti con visioni politiche specifiche. Inoltre, Zuckerberg ha dichiarato di voler collaborare con il governo statunitense per contrastare la censura imposta da governi stranieri alle aziende americane, affermando che «gli Stati Uniti hanno le più forti protezioni costituzionali per la libertà di espressione al mondo».

Anche Elon Musk ha elogiato questa iniziativa, definendola «fantastica» e lodando l'approccio di Meta nel dare maggiore potere agli utenti. Linda Yaccarino, CEO di X, ha aggiunto che «la moderazione non dovrebbe essere nelle mani di pochi, ma rappresentare un processo democratico».

Nuovi strumenti per gli utenti

Per migliorare l'esperienza degli utenti, Meta sta introducendo misure per semplificare il recupero degli account sospesi e testare nuove tecnologie come il riconoscimento facciale. Inoltre, l'azienda utilizzerà modelli di intelligenza artificiale per fornire una seconda opinione sulle decisioni di moderazione, riducendo il margine di errore umano.

Libertà di espressione: quali limiti?

Nel post sul blog, Meta ha ribadito che la libertà di espressione comporta sia aspetti positivi che negativi. È stato citato un esempio controverso di commenti non rimossi perché non violavano gli standard della community. Questa posizione ha suscitato un dibattito sulla necessità di bilanciare la libertà di parola con la protezione dagli abusi.

La decisione di Zuckerberg di chiudere il programma di fact-checking rappresenta un cambiamento radicale, che potrebbe ridefinire il ruolo dei social media come piattaforme per il dibattito pubblico. Tuttavia, resta da vedere come queste modifiche influenzeranno l’ecosistema digitale globale e se riusciranno a garantire un equilibrio tra libertà di espressione e responsabilità.